venerdì 19 settembre 2008

Al cospetto degli Dei Morti (3)



Prologo 03

Quando si risvegliò erano passati una notte e un giorno intero ed era in una casa diversa, ce lo aveva portato quello che si era finto Rometti. Nel suo completo da lavoro appena acquistato Leonardo Moreno si scoprì vampiro.

Il Nosferatu di nome Ernest («Come Hemingway») dopo essere riuscito a calmare l'infante lo fece ingozzare di sangue di pollo. Nicolas, il suo sire, era rimasto a casa Rometti a fare il basista. Ernest e Nicolas cacciavano con questa tecnica a Siena: Nicolas s'intrufolava nelle case dei mortali, si nascondeva in un luogo sicuro per tutto il giorno e durante la notte successiva, quando gli inquilini dormivano, lasciava entrare il compare per far festa. Ogni tanto si scambiavano i ruoli, anche se Nicolas era più bravo (diceva di aver avuto frequentazioni Gangrel), non ammazzavano mai e non lasciavano tracce.

Allorché la Bestia di Leonardo venne del tutto calmata, Ernest non volle sentir ragioni: il suo figlioccio avrebbe assaggiato sangue umano la sera stessa della sua Risurrezione.

Riportò il disorientato e tremolante Leonardo dai Rometti, Nicolas – che si trovava ad attenderlo – fu molto scettico sulla cosa ed ebbe ragione: Moreno s'avvicinò al vero Rometti dormiente di fronte al televisore con la grazia d'un pachiderma, l'uomo si svegliò ed Ernest dovette Spezzargli la Mente con l'Incubo per cancellare ogni ricordo del vampiro maldestro.

Sulla via del ritorno Ernest spiegò a Leonardo un paio di cose, sottolineando il fatto che stasera aveva ricevuto da parte sua un favore e avrebbe dovuto ricambiarlo.

Tornati al rifugio, Ernest violentò Leonardo. All'improvviso, senza dire nulla, gli saltò addosso e lo tenne fermo con una forza schiacciante stuprandolo per ore ininterrotte.

All'arrivo dell'alba Leonardo non si era mosso di un millimetro con i pantaloni abbassati alle caviglie e la giacca sgualcita; non batté palpebra per tutto il tempo restando a fissare il vuoto come un cadavere. Di ritorno a casa Nicolas seppe di questo bizzarro “rito d'iniziazione” e la prese un po' male. Leonardo, sempre “più che morto” ascoltò ogni frase e tutte le giustificazioni di Ernest: «Ho un debole per i ragazzi biondi un po' efebi, poi quegli occhi azzurri e quel nasino a punta... Insomma, si riprenderà!»

Dopo sei notti e sei giorni di mummificazione la Bestia di Leonardo tornò a farsi sentire e lui finalmente si alzò. Non disse una parola sullo stupro, e i suoi due sire cancellarono la faccenda dalla storia.

Leonardo iniziò il Requiem con la sua coterie, imparando ciò che Ernest e Nicolas volevano che imparasse; il guinzaglio era molto corto e la paura sempre presente. Lui era un Mekhet (Nicolas lo pronunciava Meschét) e gli fecero capire cosa poteva essere per lui venire bruciato dalla fiamma, altro che una violenza sessuale!

Seppe che a Siena i Fratelli consistevano in loro tre più un altro, “le Chef” diceva Nicolas; un tizio molto vecchio che viveva in completa solitudine e no, non aveva alcuna intenzione di incontrarlo. Quando gli dissero delle congreghe, lui chiese ingenuamente a quale loro appartenessero, la risposta fu: «Qui regna l'Invictus, ma siamo troppo pochi per istituire formalità, le Tradizioni sono più che sufficienti e ce la godiamo alla grande» (Ernest).

Una delle cose più orribili che Leonardo fece insieme ai suoi compagni fu ammazzare suo padre. Avvenne poche settimane dopo il suo Abbraccio. Sul momento Leonardo stesso desiderò la vendetta: cazzo, il vecchio non lo aveva cercato neppure dopo un mese che era sparito di casa! Una volta era pure tornato per vederlo, e venne a malapena salutato. Così Leonardo prese le sue cose senza neanche inventare una bugia per dire al padre dove andasse e fece entrare gli altri due che lo sistemarono per bene ultimando l'opera con una messa in scena dove l'uomo sarebbe dovuto andare per funghi. La casa di Leonardo divenne il nuovo covo della coterie.

Passarono alcuni anni dove non accadde niente. Un Requiem semplice: cacciare, guardare la TV, cazzeggiare, evitare le vecchie conoscenze. Non era così male, a parte la noia e a parte il fatto che Moreno poteva bere quanto sangue animale voleva, ma quello umano arrivava col contagocce.

All'inizio si adeguò, poi però conquistò la libertà d'andare in giro per conto suo e allora iniziò a togliersi qualche sfizio.

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