giovedì 10 maggio 2007

Internet, che magia



Era una sera qualsiasi di mezzo autunno. Ivo smanettava al computer come di solito faceva dopo cena quando la macchina numero due emise un segnale acustico: un nuovo messaggio.
“Jo' c'è della posta”, disse parlando a voce alta sopra alla sua spalla affinché si sentisse oltre la stanza dei computer fino a chissà dove si trovava sperso nella grande casa il compare.
Ivo non fece in tempo a rimettere gli occhi sul monitor che un'ombra si proiettò sul tavolo da dietro le sue spalle.
“Chi la manda?” Chiese Iona.
“Nessun mittente, nessun oggetto”, rispose.
“Avranno scritto qualcosa?” Replicò Iona già convinto d'essere stato disturbato per niente.
“No ma, guarda: c'è un file video allegato”.
“Un video? Vediamolo”. Disse Iona mettendo una mano nella tasca della vestaglia per estrarre una Ronson col bocchino ricurvo.
“Sì, ecco”, disse Ivo mentre Iona si accendeva la pipa, “È un filmato brevissimo, l'ho scaricato in un secondo, lo mando”.
Ivo avviò il riproduttore di filmati del computer e lo schermo si fece subito nero, tutta la grafica ai bordi del monitor scomparve. Dopo due secondi la pece sul video iniziò a sbiadire come se fosse nebbia; per un momento apparve l'immagine di un vicolo notturno, poi venne inquadrata la luna in cielo e infine di nuovo il vicolo immerso in un'aria bluastra, rischiarato da una luce che proveniva da una finestra.
Iona si scostò gli occhiali dal naso e aggrottò le sopracciglia corvine, quel vicolo gli sembrava molto familiare. L'inquadratura cambiò repentinamente. Ora al centro della scena c'era una finestra di un secondo o di un terzo piano, la stessa che era anche la fonte di luce per il vicolo. La finestra venne aperta d'improvviso, come con forza, e una figura scattò in piedi, sulla soglia di questa. Era vestita di nero e ciò provocava un forte contrasto con una massa di capelli biondi, lunghi fino al collo e la carnagione chiara, un maschio dai lineamenti affilati.
Iona schiuse la bocca davvero sorpreso. L'uomo in nero si lanciò dalla finestra. Il regista, se mai ce ne fosse stato uno, cambiò di nuovo l'inquadratura riproponendo il vicolo preso frontalmente; quando i piedi dell'uomo in caduta dal suo volo folle spuntarono nell'angolo in altro a destra, una macchia bianca comparve in basso sullo schermo e si solidificò in un furgone. L'uomo e l'autocarro si scontrarono violentemente nel punto esatto in cui il primo avrebbe dovuto impattare col suolo; alla luce dei fari dell'automezzo si distinse chiaramente il ruzzolare disarticolato di gambe e braccia due, tre, quattro volte. Il furgone bianco si fermò in pochi metri; tre uomini scesero furiosamente e si accalcarono intorno all'investito che, incredibilmente, sembrava riuscire a rialzarsi. La scena ora era distante dall'obiettivo, si distingueva solo l'agitazione di macchie dai colori spenti, ma quando queste si riavvicinarono si poté vedere chiaramente che i tre uomini stavano trascinando a forza il corpo inerte dell'investito dentro il furgone.
Dopo questo il video terminò di colpo e sullo schermo del PC tornò il solito familiare desktop.
Ivo fischiò sbalordito: “Che roba è?”
“Leonardo!” Ringhiò Iona all'improvviso e Ivo ruotò sulla sedia dando un colpo di gambe per prendere distanza da lui.
“Ehm, lo conosci?” Chiese Ivo mentre cercava di intuire il grado di incazzatura di Iona in base al linguaggio del corpo: sulla pelle bianca e tesa del suo viso le sporgenze laterali delle mascelle serrate erano molto marcate, era molto incazzato quindi, ma gli stava già passando.
“Sì, è uno come me!” Replicò Iona succhiando fumo dalla pipa.
“Come te? Ma 'voi' non uscite male in video e foto?”
“Mi pare lapalissiano che questo non era un normale video”.
“Già, in effetti era troppo piccolo in bytes per essere così lungo”.
“Cancellalo”.
“Subit...Oh, non c'è più! È scomparso”.
“Meglio”.
“Mission Impossible!” Ridacchiò Ivo, “E a parte quel Leonardo, gli altri chi sarebbero?”
“Non ti preoccupare”, disse Iona mentre si avviava verso l'uscita della stanza.
“No, sul serio. C'era la luna, non è che per caso siano dei...lupi mannari?”
Iona si pietrificò con un sol piede poggiato a terra. Così ruotò di 180 gradi, era scalzo, dall'attrito tra la sua pelle e la mattonella uscì un suono acuto e graffiante.
“Ivoooo”, esclamò indispettito: “Te l'ho detto non so più quante volte che i lupi mannari non esistono! Sono alcuni di 'noi' che possono cambiare forma e diventare una specie di animale: tutto qua. Se avessi spirito d'osservazione avresti notato che la luna del video aveva la gobba leggermente meno pronunciata di quella che abbiamo ora in cielo, il che significa che tutto quello che è successo nel vicolo è successo ieri”.
Ivo si gratto i corti capelli sulla nuca sorridendo imbarazzato.
“Ora devo andare”, riprese Iona, “Ho una faccenda di bracconaggio da sistemare e sicuramente anche un'infrazione della Maschera”.
“Sta attento”.
“A non divertirmi troppo?”