domenica 15 luglio 2007

L'interdizione del sale


Il tramonto della sera seguente fu qualcosa di emozionante per gli occhi di un vampiro. La foschia nata dalle acque del Tevere che scorreva a un tiro di schioppo dal casolare non si era minimamente dissipata, e questa nebbia di novembre avvolgeva ogni cosa, attutiva i rumori e ammorbidiva le forme delle case e della campagna in lontananza, immergendole in un mare d'ambra violetta. Dietro quel colore c'erano gli ultimi raggi del sole, talmente smorzati che non potevano ferire i Dannati.

Iona stava salendo le scale interne di casa a piedi nudi, con indosso una camicia da notte e un paio di leggeri, e appositamente abbondanti, pantaloni di cotone. Dalla porta del salotto veniva il suono della TV accesa. Senza far rumore si affacciò sulla soglia. Sullo schermo da cinquanta pollici Michael Chicklis, nelle vesti del detective Mackey violentava la bocca di un nero losangelino con la canna della pistola, sciorinando il suo tipico calembour di poliziotto violento e un pelino razzista. Lucia era seduta sul divano con le gambe allungate sul tavolino da tè, appariva tranquilla e soddisfatta quanto Lisette, la gatta persiana di Iona, che era accoccolata nei pressi del bracciolo della poltrona. Lucia mangiava patatine fritte e beveva pepsi-cola, tutto intorno era imbrattato dalla bibita appiccicosa e cosparso di briciole. Ivo avrebbe raccolto ogni residuo con le pinzette!

Iona avanzò oltre la soglia e sentì le briciole sotto i piedi... Fin lì erano arrivate. Il suo disappunto crebbe impetuosamente.

Non dovresti vedere questa roba. Non è adatta a te”, sbottò infine.

Lucia si volse e con gli occhi improvvisamente illuminati gli sorrise in modo disarmante.

The Shield?”, disse, “Non credevo che ti piacesse”.

Guardo un po' di TV sì, per capire da che parte va il mondo”.

Con i telefilm? Ma sono solo opere di finzione”.

Iona si sentì nuovamente irritato dall'osservazione, ma in quel momento Lemansky e Shane rincorrevano uno spacciatore lungo una via assolata di L.A. e il suo occhio fu catturato dalla scena.

Questo non sfuggì a Lucia.

Che cosa provi quando vedi il sole in un filmato?”

Iona scosse la testa e sorrise con una smorfia per non urlare di rabbia. “Questa”, disse sforzandosi di restare calmo, “Questa è una domanda molto, molto personale. Ora vado a prepararmi, fatti trovare pronta, torniamo a Todi da tua nonna”.


Indossò una camicia bianca e un completo grigio con un cappotto dello stesso colore, solo un po' più scuro. Prese un borsalino dalla falda larga, che era ridicola e sproporzionata rispetto alla sua corporatura, ma insieme a un paio di occhiali dalla spessa montatura nera era ottima per confondere quanto più possibile la sua fisionomia. Ivo intanto aveva tolto la macchina dalla rimessa, Lucia lo aspettava al piano di sotto. Iona scese e la portò in auto.

Prendere l'E45 fu questione di pochi minuti, attraversato lo sterrato ed entrati nel caseggiato di Pontevalleceppi, lo svincolo li attendeva a poco meno di un chilometro. Iona guidava senza fretta, Lucia costretta ad allacciarsi la cintura di sicurezza sembra già annoiata dalla radio.

Vuoi vedere un video?” Le chiese Iona, “Se ti piace ho Shakira e anche Beyoncé”, azionò un comando sul volante e sullo schermo del navigatore satellitare comparve un'ancheggiante regina della pop-music.

Lo sai che non so il tuo nome?” Disse Lucia.

Sì, ed è una fortuna per entrambi”.

Ma così se ci rincontriamo non potrò chiamarti”.

Iona sogghignò, pensando a questa frase ingenua, ma proprio per evitare che Lucia capisse che non l'avrebbe mai più rivisto disse: “Mi chiamo Giovanni”.

Giovanni?” Lucia rise: “Pensavo che voi aveste nomi più fighi”.

Iona sorrise ancora, questa volta genuinamente divertito, “Siamo fighi lo stesso anche con nomi comuni”.

Giovanni, tu sei uno dei vampiri buoni?”.

La domanda sembrò a Iona completamente vuota di senso.

Buoni?”.

Sì, cioè, ci sono quelli che uccidono e quelli, come te”.

È una questione molto complicata”.

In che senso?”

Nel senso che prima o poi chiunque di noi”, nel frattempo aveva considerevolmente aumentato la velocità di viaggio, “trova una buona ragione per uccidere”.

Ma ieri tu non l'hai fatto”.

Appunto: non avevo una buona ragione”.

E mi stai aiutando”.

No, sto aiutando me stesso, evitando di trovare un'ottima ragione per uccidere te e tutta la tua famiglia”.

Lucia restò in silenzio per un attimo, poi, incredibilmente, si mise a ridere sinceramente divertita.

Vuoi solo spaventarmi”.

Probabilmente era troppo giovane per capire, non aveva conosciuto abbastanza il mondo per discernere la fredda verità del gioco. Per questo Iona si chiuse nel mutismo per lunghi momenti.

Quando l'auto ebbe superato Casalina, Lucia riprese la sua personale intervista.

Se un giorno avrò bisogno del tuo aiuto potrò chiamarti?”

Per fare cosa?”

Se voglio diventare una cacciatrice di vampiri cattivi, sarai il mio alleato buono?”

Iona la guardò in tralice.

No! Per la semplice ragione che non diventerai nessuna maledetta cacciatrice del cazzo! Qualsiasi deficiente che abbia l'idea idiota di fare una cosa del genere non dura una notte. Noi abbiamo le nostre leggi e non bisogno di... Di bambini che vengono a fare la guerra. E basta così, mi hai stufato”.

Questa volta l'intimidazione funzionò a dovere e Lucia restò zitta per tutto il tragitto restante, quasi si fosse offesa.


Il luogo di arrivo fu un umile e umido appartamento del centro storico di Todi, neanche settecento metri distante dal palazzo di Iona. La nonna di Lucia – Nonna 'Cetta – li accolse con un misto di gioia e paura. Abbracciò la nipote cercando immediatamente di vedere se il mostro, intabarrato in un cappotto sotto un cappello da uomo nero le avesse fatto qualcosa di brutto e poi, con un freddo rimprovero la fece sparire al piano di sopra.

Iona osservò a lungo la donna, sin dal primo momento. Il suo aspetto era quello di una ordinaria signora sui settant'anni, ed era corso dietro a tutti i riflessi delle sue emozioni. Ormai sapeva che l'anziana non era sicuramente una strega, e il mistero si infittiva. Come sapeva di Loro, di lui e di Leonardo, soprattutto del tentativo di bracconaggio?

Quando rimasero soli, lei lo guardò per la prima volta con timore, ma anche con disprezzo: lo stesso atteggiamento di sfida che aveva tenuto Lucia nei primi momenti in cui l'aveva visto. Nonna Concetta entrò nella piccola cucina a lato dell'ingresso dell'abitazione facendo segno al Dannato che lo seguisse. Iona imboccò l'uscio e si accorse di aver calpestato qualcosa di friabile e granuloso. Si arrestò di scatto e abbassò lo sguardo. Sul pavimento della stanza, dall'umile lavandino scrostato in una nicchia dietro una tenda, alla stufa a legna in ghisa, la vecchia aveva tracciato un cerchio di sale da cucina grosso. Lei era al centro, Iona aveva un piede su questo, un piede che si affrettò a ritirare.

Vedendo il mostro bloccato sulla soglia della sua cucina la vecchia si rianimò, chiunque avrebbe potuto notare il ritorno di colore sulla sua pelle rugosa e cascante del volto.

Abbozzò un'espressione trionfante che il demonio senza nome smorzò repentinamente.

So che cosa pensa e si sbaglia”, disse Iona senza che il suo viso prendesse alcuna espressione, la sua bocca si muoveva del tutto indipendentemente dal resto e sembrava una sorta di spettro, scarno e pallido, reso ancora più inquietante dal cappello largo e dai riflessi del neon tubolare sulle lenti dei suoi occhiali.

Legge i pensieri della gente?” Chiese Concetta.

No”, si sentì rispondere da quella sottile ombra nera che ora enfatizzava la sua aura di imprevedibile minaccia scoprendo due fila di denti candidi, così bianchi che lasciavano immaginare quanto potessero essere affilati. “Non mi permetterei mai”, aggiunse Iona, “Ma ho il buonsenso di non sfidare l'ignoto senza una buona ragione: un cerchio di sale per me è solo una sciocchezza, ma ugualmente non ho desiderio di averne conferma”.

La vecchia non capì un accidente di questa elaborata forma di espressione, Iona non ebbe bisogno di scrutare le sue emozioni, gli bastò guardare l'ossessivo deglutire di quel collo di testuggine.

Ora”, riprese a parlare la Succube, “Questo sarebbe il momento delle spiegazioni, ma non rispetteremo il copione”, disse scuotendo il capo e tenendosi con due dita la larga falda del cappello che si rifiutava di assecondare i movimenti. “Io avrei delle domande, come lei avrà le sue, ma i miei interrogativi non saranno soddisfatti dalle sue risposte”, concluse infine.

Concetta cercò di dire qualcosa. “È... È gentile, e sicuro di sé... Perché?”

Perché se lei in gioventù fosse stata una bella ragazza, di sicuro mi avrebbe già conosciuto”, ora mentiva, ma lo faceva di proposito per pungere il rudere decrepito che aveva di fronte, ed ebbe successo, “Invece solo ora ci incontriamo, quindi per me lei non è niente di interessante”.

Dio mi salvi se speravo che fosse il contrario”, rispose offesa la vecchia.

Dio la sta salvando infatti, ma non chieda più di quanto le è stato concesso, non cerchi di infastidirmi nuovamente, termini la sua vita in silenzio e lontano da me”, disse Iona mostrando piena consapevolezza delle sue parole.

È lei che in questo momento vuole stare lontano da me”, rispose Concetta.

Solo per il suo bene, e qualunque cosa lei sia in grado di fare io non la temo”. Concetta non lo vide più di fronte a sé, ruotò lo sguardo per cercarlo così velocemente da avere un momento di vertigine, sentì la voce del vampiro alle sue spalle nello stesso istante in cui nel suo cervello si scolpiva l'immagine dell'impronta della suola di una scarpa sulla parete sopra la stufa a legna. “Se lei è una pedina”, si sentì dire la vecchia mentre scrutava inorridita sopra la sua spalla, “È sacrificabile, se lei è qualsiasi altra cosa, è sola e indifesa. Resti sola e in silenzio e non cerchi più di incrociare il mio cammino”.

Senza sfiorare il cerchio di sale Iona si avvicinò alla finestra della cucina e l'aprì saltandoci oltre senza dire arrivederci.


Aveva fatto un salto di sei metri ed era atterrato come un gatto ma i talloni gli dolevano lo stesso. Be' era normale, rifletté Iona, era quasi digiuno da un paio di notti. Doveva nutrirsi. Per questo si affrettò a sparire dalla circolazione e a dirigersi verso casa. Ivo doveva aver organizzato un festino tra amici e lui sarebbe arrivato proprio al momento del dessert.

Oh sì... Tecnicamente questa è un'altra breccia, ma sarò attento che la vecchia non sparga la voce in giro. Del resto, quanto ancora le resta da campare?.

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