venerdì 30 maggio 2008

Tra l'arca e il muro (2)


Parte seconda

Per l'ennesima volta in tanti anni Arimanni e Sansepolcri venivano piantati da Skidone nel bel mezzo di un'importante discussione. Era sicuro che per una volta ancora la discussione non sarebbe mai stata ripresa e che Skidone sarebbe andato avanti da solo, fin sulla bocca dell'Inferno per quanto era immaginabile.

Arimanni si spostò verso la porta, Sansepolcri uscì dal quadrilatero dei divani.

«Ha acceso la trasmittente radio», disse costernato il Kogaion dell'Ordine e poi, senza il bisogno dei suoi sensi soprannaturali, udì l'auto mettersi in moto e partire decisamente affrettata.

Sansepolcri aveva il volto aggrottato: «Questa volta è stato molto più insopportabile del solito», disse il Ventrue.

«Più che altro è stato gravemente pericoloso», rispose Arimanni accendendosi un altro sigaretto alla vaniglia. «Per la Grande Opera», precisò.

Sansepolcri poggiò le mani sopra uno dei tavolinetti tondi, incassando cupo la testa tra le spalle. «Siamo in stallo da anni, per causa sua», disse.

«No, a causa della sua arroganza intellettuale», rispose Arimanni espirando il fumo dal naso che si confondeva con i ricci dei suoi grandi baffi arcuati.

«Non possiamo permetterci una cesura così netta, a meno che lui non ci porti qualcosa di concreto per farlo», ragionò Sansepolcri.

Arimanni scrollò il sigaretto per non sporcarsi di nuovo con la cenere, diede le spalle al Custode dell'Elysium e proclamò: «Io sono pronto ad affermare che Iona Schidon rifiuti per principio il filone di studio del vecchio corso, è convinto che può farne a meno e ottenere lo stesso dei risultati con le sue metodologie personali; non so dire se riuscirà a capire che cosa stavano cercando i nostri fondatori, ma sono pronto a scommettere che se ha trovato qualcosa lo tiene segretamente stretto».

«Tutto quello che ci ha dato in questi anni non erano che omaggi di gradimento», chiosò Sansepolcri.

«Lavorerò per trovare un equilibrio nel Dominio», promise il Primogenito dell'Augusto Barone.

«Ma in questo nuovo equilibrio non dovrà esservi Skydone», suggerì il Custode dell'Eliseo.

«No», confermò Arimanni.

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